Non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre mio?
(2, 39 - 52)

In Israele il bambino diventa adulto a tredici anni, quando ha imparato bene la Parola: è libero, uguale a suo padre, perché è in grado di conoscere e fare la volontà del Padre.
Gesù, a dodici anni, ha già capito l’essenziale.
Nel suo viaggio a Gerusalemme anticipa il cammino di tutta la sua vita: fare ciò che sta a cuore al Padre.

2,39 E quando ebbero finito ogni cosa secondo la legge del Signore, ritornarono nella Galilea, nella loro città di Nazareth. 40 Ora il bambino cresceva e si fortificava riempiendosi di sapienza e la grazia di Dio era su di lui. 41 E andavano i suoi genitori ogni anno a Gerusalemme nella festa di Pasqua. 42 E quando fu di dodici anni, saliti essi secondo l’uso della festa 43 e finiti i giorni, mentre ritornavano, resistette Gesù, il figlio/servo, a Gerusalemme all’insaputa dei suoi genitori. 44 Ora, pensando che egli fosse nel cammino con gli altri, fecero il cammino di un giorno e lo cercavano tra i parenti e i conoscenti; e, non avendo[lo] trovato, ritornarono a Gerusalemme per cercarlo. 45 E avvenne: dopo tre giorni lo trovarono nel tempio seduto in mezzo ai maestri e li ascoltava e li interrogava.

46 Ora erano fuori di sé quelli che lo ascoltavano per la [sua] intelligenza e le sue risposte. 47 E, vistolo, furono colpiti; e gli disse sua madre Figlio, perché a noi facesti così? Ecco: tuo padre e io travagliati ti cercavamo. 48 E disse loro: Perché dunque mi cercavate? Non sapevate che bisogna che io sia nelle cose del Padre mio? 49 Ed essi non compresero la parola che disse loro. 50 E discese con loro e andò a Nazareth ed era subordinato a loro. 51 E sua madre conservava tutte le parole nel suo cuore. 52 E Gesù progrediva in sapienza e in statura e in grazia presso Dio e uomini.
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